HONG KONG (awp/ats/afp) - Il bilancio delle vittime dell'incendio che ha distrutto un complesso residenziale di Hong Kong è salito oggi ad almeno 128, e rischia di salire ulteriormente con decine di persone ancora disperse, due giorni dopo il peggior rogo registrato in città degli ultimi decenni.

Le famiglie dei dispersi hanno continuato a setacciare gli ospedali oggi nella speranza che i loro cari non fossero tra le vittime, mentre la lotta contro le fiamme negli otto edifici di 31 piani del complesso Wang Fuk Court è stata completata venerdì mattina.

Una commissione di Hong Kong ha annunciato in serata che otto persone sono state arrestate per presunta corruzione in relazione all'appalto per la ristrutturazione del complesso di circa 2'000 abitazioni aperto nel 1983 nel distretto di Tai Po, nel nord di Hong Kong.

Il capo della sicurezza, Chris Tang, ha fornito alla stampa cifre che amplificano ulteriormente le dimensioni della tragedia avvenuta nel complesso, che era in fase di ristrutturazione ma era ancora abitato: 128 morti, di cui 89 non ancora identificati, più di cento dispersi e 79 feriti.

"Non escludiamo che la polizia possa trovare altri corpi carbonizzati quando entrerà nell'edificio per raccogliere le prove", ha dichiarato in una conferenza stampa.

Si tratta già dell'incendio di un edificio più letale al mondo dal 1980, escludendo gli incendi in discoteche, carceri e centri commerciali, secondo le ricerche della banca dati sui disastri dell'Università di Lovanio (Belgio).

Le cause iniziali di quello che è anche il peggior incendio a Hong Kong dal 1948 sono ancora sconosciute. Le indagini sono in corso e potrebbero richiedere 3 o 4 settimane, ha dichiarato Chris Tang.

La Commissione anticorruzione ha dichiarato in un comunicato di aver arrestato sette uomini e una donna, di età compresa tra i 40 e i 63 anni, tra cui due dirigenti dell'ufficio di progettazione incaricato della ristrutturazione, due supervisori dei lavori, tre subappaltatori di impalcature e un intermediario.

La polizia aveva già annunciato di aver arrestato tre uomini con il sospetto di "grave negligenza", in seguito alla scoperta di materiali infiammabili lasciati durante i lavori, che hanno permesso all'incendio di "diffondersi rapidamente" con il forte vento. Non è chiara l'esatta portata del loro coinvolgimento nell'innesco dell'incendio.

Chris Tang ha confermato che, secondo i risultati preliminari, la propagazione dell'incendio, che ha avuto inizio nelle parti inferiori delle reti di protezione del cantiere contro la polvere e la caduta di oggetti, è stata favorita dall'uso, comune a Hong Kong, di bambù per le impalcature e di materiali infiammabili come i pannelli di schiuma a protezione delle finestre.

Il capo dei vigili del fuoco di Hong Kong, Andy Yeung, ha confermato le carenze dei sistemi di sicurezza. I vigili del fuoco hanno inviato una squadra di specialisti sul posto dopo numerose segnalazioni di mancato funzionamento degli allarmi.

"Abbiamo scoperto che i sistemi di allarme negli otto edifici non funzionavano correttamente", ha dichiarato, confermando le dichiarazioni di numerosi testimoni intervistati dall'AFP.

Dopo più di quaranta ore, i vigili del fuoco, mobilitati a centinaia, hanno domato l'incendio dopo le 10:00 (02:00 GMT) e sono riusciti ad entrare negli ultimi appartamenti a cui non avevano avuto accesso.

La tragedia ha dato origine a innumerevoli e dolorose testimonianze del calvario sopportato nel caldo e nel panico, o durante l'identificazione delle vittime.

Nel distretto di Sha Tin, decine di corpi in sacchi neri sono stati scaricati prima che le famiglie in lutto arrivassero in autobus appositamente noleggiati. Altri sono impegnati in una ricerca sempre più disperata dei loro cari scomparsi.

La tragedia è stata uno shock per il territorio cinese a statuto speciale e ha ricordato la sua vulnerabilità.

Hong Kong, che ha una popolazione di 7,5 milioni di abitanti, ha una densità media di oltre 7'100 abitanti per chilometro quadrato, una cifra che è fino a tre volte superiore nelle aree più urbanizzate.