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Economia macro   30.11.2025 16:07:51

Tassa successione: sonora bocciatura, il "no" al 78,3%

BERNA (awp/ats) - Nessuna chance per l'iniziativa che chiedeva di tassare le eredità milionarie a favore del clima. Il testo lanciato dalla Gioventù socialista (GISO) è stato sonoramente bocciato dal 78,3% dei votanti e da tutti i cantoni. La partecipazione è stata del 43,0%.

L'iniziativa popolare "Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)", lanciata dalla GISO, proponeva un'imposizione del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori a 50 milioni di franchi. Il gettito di questa nuova imposta dovrebbe essere impiegato unicamente per contrastare la crisi climatica.

L'iniziativa chiedeva inoltre che successioni e donazioni fossero tassate a partire dal giorno della votazione, con effetto retroattivo. Per evitare che le persone facoltose lasciassero la Svizzera, la Confederazione avrebbe dovuto adottare delle misure, ma il testo non ne specificava la natura.

La proposta non ha però convinto. In quindici cantoni - compresi i Grigioni (82,7%) - il "no" uscito dalle urne ha addirittura superato l'80%. Nessuno l'ha approvata, il meno scettico è stato Basilea Città, dove i contrari si sono fermati al 66,7%. Secco "no" anche in Ticino, che ha respinto il testo con il 79,4% dei voti.

Da notare che solo due dei 2110 comuni che conta la Svizzera hanno approvato l'iniziativa. Tra di questi c'è la città di Berna, dove il "sì" l'ha spuntata con il 50,7% .

Le reazioni

Reagendo al "no" alla sua iniziativa popolare, la Gioventù Socialista punta il dito contro la lobby economica: "Mai un'iniziativa era stata combattuta in Svizzera in modo così parziale e distorto". Con affermazioni false e allarmismo mirato, il PLR e Economiesuisse hanno tentato di bloccare il dibattito sulla concentrazione della ricchezza e sulla crisi climatica. Malgrado il "no", la proposta ha avuto un impatto significativo, riportando nell'agenda politica temi come l'imposta sulle successioni e il potere degli ultra-ricchi, afferma ancora il partito.

Per i Verdi quella odierna è stata una occasione persa: secondo la consigliera nazionale Léonore Porchet (VD), citata in un comunicato, una costosa campagna del fronte del "no" ha impedito un vero dibattito sull'imposta sulle successioni, ritenuta dal partito essenziale.

Deluso è anche il PS, che "deplora" il rifiuto dell'iniziativa. Sottolineando di essere riuscito a mettere in luce il legame tra ricchezza estrema e riscaldamento globale, il co-presidente Cédric Wermuth afferma che il partito "continuerà a lottare per maggiore giustizia fiscale e sociale e a impegnarsi per una migliore protezione del clima".

Da parte sua, l'alleanza interpartitica contraria all'iniziativa per il futuro esprime soddisfazione: il risultato conferma l'impegno della Svizzera a favore della proprietà privata e dell'imprenditoria. Sfruttando la bandiera della protezione del clima, i Giovani Socialisti proponevano un'imposta successoria del 50% sui patrimoni più elevati. "Gli elettori hanno però smascherato la manovra, riconoscendo i numerosi effetti collaterali della proposta". L'esito dimostra che, sottolinea un comunicato, benessere e tutela dell'ambiente possono coesistere senza contraddizioni.

Grazie alla bocciatura della proposta di modifica costituzionale, "le imprese familiari non saranno smantellate e il ceto medio non dovrà compensare massicce perdite fiscali", sostiene il PLR. Respingendo l'iniziativa per il futuro, gli elettori hanno evitato alla Svizzera "un grave errore", aggiungono i Verdi liberali. "Con questa scelta ponderata - afferma il presidente Jürg Grossen - la popolazione ha confermato la volontà di mantenere una Svizzera economicamente attrattiva, fondata su un sistema fiscale equilibrato e equo".

Simile la reazione del Centro: "il nostro futuro non si può assicurare con tasse aggiuntive e onerose, ma con condizioni quadro che rafforzino la piazza economica svizzera", sostiene il consigliere nazionale Nicolò Paganini (SG), citato in un comunicato del suo partito. Il "no" odierno "non significa che gli elettori non vogliano investire nel futuro: vogliono farlo, ma tenendo conto delle realtà economiche e sociali del nostro tempo".

Di "schiaffo democratico" parla l'UDC, che sostiene come l'iniziativa avrebbe "distrutto le fondamenta del nostro ordinamento democratico". Per i democentristi, solo dove la proprietà è rispettata le aziende investono e nascono posti di lavoro. "Il socialismo, come lo vogliono la GISO e vaste parti del PS, conduce alla povertà e a regimi dittatoriali", afferma l'UDC, citando l'esempio di DDR, Corea del Nord e Venezuela.

Swissmem dice di interpretare il risultato del voto di oggi "come un forte mandato per continuare a impegnarsi con energia a favore di migliori condizioni economiche in Svizzera". Con la decisione odierna "è chiaro che un'imposta di successione a livello federale non trova alcun sostegno tra la popolazione", commenta da parte sua Economiesuisse.

Le discussioni proseguiranno

Le discussioni su fisco e clima non si chiudono tuttavia oggi con la bocciatura dell'iniziativa per il futuro. I Verdi hanno ad esempio già annunciato la volontà di depositare in Parlamento una nuova proposta, più moderata, per tassare le successioni.

L'8 marzo si voterà inoltre sull'iniziativa per un fondo climatico. Nelle loro reazioni al voto odierno, diversi partiti hanno fatto esplicito riferimento a questa nuova chiamata alle urne ritenuta a sinistra una nuova occasione per rilanciare la discussione sulla necessità di un finanziamento per la protezione ambientale, e a destra come un nuovo pericolo per la piazza economica e le finanze della Confederazione.


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